Nel maggio 1884, a Parigi, la folla si accalca di fronte a questo dipinto:
L'autore è John Singer Sargent (1856-1925).
Ventotto anni, di origine americana, ma nato a Firenze, è arrivato a Parigi per fare il pittore. Ammira senza riserve le opere di Manet e degli impressionisti, ma si rifà anche ai grandi maestri del passato, da Velazquez a Franz Hals.
Ventotto anni, di origine americana, ma nato a Firenze, è arrivato a Parigi per fare il pittore. Ammira senza riserve le opere di Manet e degli impressionisti, ma si rifà anche ai grandi maestri del passato, da Velazquez a Franz Hals.
Il suo stile piace molto e lui spera che, esponendo nella prestigiosa sede del Salon, riuscirà ad avere la sua consacrazione ufficiale.
La modella del ritratto è la bellissima Virginie Amélie Avegno (1859-1915).
Ha ventiquattro anni e anche lei è americana: viene dalla Louisiana, dove la famiglia possedeva una piantagione e il padre era stato un eroe della guerra di Secessione.
Si è trasferita da poco in Europa e ha sposato il ricco banchiere parigino Pierre Gautreau. È molto elegante e si dice che abbia un guardaroba da sogno.
La sua ambizione è quella di emergere e per riuscirci usa ogni mezzo: molti le rimproverano di aver puntato tutto sulla bellezza e di tenere una condotta non proprio irreprensibile.
Nei salotti, si sussurra delle sue numerose infedeltà e di una eccessiva libertà di comportamento.
John Sargent ha insistito a lungo per poterla ritrarre e si è assoggettato a tutti i suoi capricci: Virginie ha poco tempo per posare e preferisce seguire i suoi molti impegni mondani
È riuscito, comunque, a eseguire una serie di studi, anche se è difficile rendere in pittura il fascino poco convenzionale di quella “donna-pavone”, come l’ha definita in una lettera.
Ma, alla fine, dopo un anno, realizza il suo dipinto.
Nella tela di grandi dimensioni, circa due metri e mezzo per poco più di un metro, su uno sfondo marrone, emerge la silhouette della donna, imponente e statuaria.
È in posa, in piedi, con il volto di profilo e la mano sinistra appoggiata a un tavolo.
Ha un vestito di raso nero con una scollatura che ne evidenzia il décolleté.È in posa, in piedi, con il volto di profilo e la mano sinistra appoggiata a un tavolo.
Tra lo scuro del fondo, l’abito nero e la pelle bianca, quasi perlacea, delle spalle e del collo il contrasto è netto. Il pallore, all'epoca, è alla moda e lei lo ha accentuato, usando uno spesso strato di cipria chiarissima.
Se la si guarda da lontano, la bianchezza della pelle lattea dà una sensazione di nudità.
Ne traspare una sensualità algida, ma ostentata e cosciente di sé.
Ne traspare una sensualità algida, ma ostentata e cosciente di sé.
È una donna libera che conduce il gioco della seduzione e che si propone, con orgoglio, agli sguardi dei visitatori.
Quando si apre la sala 31, dove il dipinto è esposto, è subito scandalo.
E non per la novità della pittura, come era avvenuto, qualche anno prima, per i quadri impressionisti.
Stavolta è uno scandalo sociale.
Stavolta è uno scandalo sociale.
La modella del ritratto non è anonima; è quella Madame Gautreau, che tutti conoscono, almeno di nome e che molti hanno intravisto alle feste o nei salotti alla moda.
Non è né una cantante né una balleria, ma una delle esponenti più in vista dell’alta società parigina.
E si mette in mostra sfrontatamente.
È vero che nella tradizione passata e recente della pittura c'erano stati dipinti ben più erotici, ma il travestimento mitologico o l'ambientazione storica ne avevano "mascherato" la suggestione sensuale.
E si mette in mostra sfrontatamente.
È vero che nella tradizione passata e recente della pittura c'erano stati dipinti ben più erotici, ma il travestimento mitologico o l'ambientazione storica ne avevano "mascherato" la suggestione sensuale.
Qui, invece, Virginie, giocando "a carte scoperte", infrange il codice di comportamento della "Parigi bene". E questo per molti è intollerabile.
Il pubblico elegante del "tout Paris" entra nella sala ridacchiando o commentando con riprovazione.
La notizia passa di bocca in bocca.
La notizia passa di bocca in bocca.
I giornali riportano le reazioni della famiglia di Virginie. I parenti sono sconcertati: la madre, indignata, pretende spiegazioni e fa una sfuriata pubblica a Sargent.
Un dettaglio, soprattutto, ha fatto scalpore: una delle spalline dell’abito è scivolata, come appare nella foto della prima versione del dipinto.
“Un solo movimento e potrebbe rimanere nuda”: scrive, con qualche esagerazione, "Le Figaro".
La sola vista della spallina, insomma, ha turbato e stuzzicato i visitatori.
Approfittando della chiusura del Salon, Sargent, sconvolto dalle reazioni inattese, cerca di rimediare: rialza la spallina e cambia il titolo del dipinto.
Toglie il nome di Virginie e lo intitola Madame X.
L'intento è di sottrarla al gossip, ma anche di far pensare che non sia un ritratto specifico, ma un simbolo generico di erotismo femminile.
Tutto inutile. Lo scandalo non si placa.
Quella spallina non se la scordano più.
Il dipinto sarà ritirato immediatamente.
Altro che successo! Anche a Parigi con i benpensanti non si scherza.
Sargent è costretto a trasferirsi a Londra, e per lui sarà una fortuna perché là, sotto l’egida dello scrittore Henry James, diventerà quel ritrattista alla moda che ha sempre sognato.
Quando venderà il dipinto al Metropolitan Museum di New York per mille dollari ammetterà che è la cosa più bella che abbia mai fatto.
Quando venderà il dipinto al Metropolitan Museum di New York per mille dollari ammetterà che è la cosa più bella che abbia mai fatto.
Virginie, invece, dovrà ritirarsi e condurre una vita quasi monastica prima di essere riammessa in società.
Dal punto di vista mondano per lei è finita.
Dal punto di vista mondano per lei è finita.
Le porte dei salotti dell'aristocrazia si sono chiuse per sempre.
I tempi, però, cambiano e il ritratto oggi non scandalizza più nessuno. Anzi.
Un ultimo sussulto di suggestione osé il dipinto, a ogni modo, ce l'ha avuto.
Nel 1946, quando, per un film, si tratta di abbigliare Rita Hayworth come una femme fatale, il costumista si ricorderà del contrasto dell’abito di raso nero con la pelle bianca di Madame X.
Aggiungerà i guanti lunghi, toglierà del tutto le spalline e sarà una delle icone sensuali più straordinarie della storia del cinema: sarà "Gilda".
Aggiungerà i guanti lunghi, toglierà del tutto le spalline e sarà una delle icone sensuali più straordinarie della storia del cinema: sarà "Gilda".
La storia del dipinto è riassunta in un libro di D.Davis: Strapless: John Singer Sargent and the fall of Madame X. Una mostra su "Americani a Firenze. Sargent e gli impressionisti del Nuovo Mondo",si aprirà a Firenze a Palazzo Strozzi. dal 3 marzo al 15 luglio 2012.